25.8.20

Chissà

Nel planare insipido
di un agosto esitante
riprende a ticchettare
l’orologio del “chissà”.

Nuvole basse s’accartocciano
bevono dubbi sconosciuti,
vecchie identità rimosse
spalancano cantine polverose,
archivio dei nostri egoismi.

Chissà.

Fuochi fatui punteggiano il domani:
disegno nuove costellazioni
unendo punti del mio vivere,
inutili domande sul trascorso
soverchiate da nebbia incombente.

Chissà.

Sarò lapillo o cenere?
Il fiume represso di dolce lava
trattenuto da argini di paura
confluisce in oceani di rabbia:
sarà bonaccia o procella?

Chissà.

Sbircio nei pertugi dell’anima
trovo solo cestini colorati
pieni di giocattoli di stelle:
so che sono lì per donarli
a chi vorrà leggermi il cuore.

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