Nel planare insipido
di un agosto esitanteriprende a ticchettare
l’orologio del “chissà”.
Nuvole basse s’accartocciano
bevono dubbi sconosciuti,
vecchie identità rimosse
spalancano cantine polverose,
archivio dei nostri egoismi.
Chissà.
Fuochi fatui punteggiano il domani:
disegno nuove costellazioni
unendo punti del mio vivere,
inutili domande sul trascorso
soverchiate da nebbia incombente.
Chissà.
Sarò lapillo o cenere?
Il fiume represso di dolce lava
trattenuto da argini di paura
confluisce in oceani di rabbia:
sarà bonaccia o procella?
Chissà.
Sbircio nei pertugi dell’anima
trovo solo cestini colorati
pieni di giocattoli di stelle:
so che sono lì per donarli
a chi vorrà leggermi il cuore.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie del vostro commento.