Ci sono giorni in cui
spirito barcollantesul ciglio della memoria
due orli tentano
agguantar l’anima mia.
L’uno - lancia nel costato -
sfrange alchemici rimpianti
non tanto per quel che è stato
ma per ciò che non avviene;
morsi sbocconcellati di routine
avvoltolati da atomi di felicità,
lo splendore complicato,
il miracolo della vita.
L’altro - brivido tra le scapole -
pone insolubili quesiti
querule rincorse fuori giri
non tanto per sterili traguardi
ma per ciò che vuolsi ritrovare:
era solo proiezione di falsità
o quel che è stato può tornare?
Allucinate balugini d’Eden
in compulsione sublime di corpi?
E pertanto oscilla l’anima mia
come pendolo ubriaco,
ma, testardo, resto in cima
in equilibrio eretto sulla poesia:
qui dall’alto il mio cuore scruta
e la mano scrive, lenta,
dipingendo versi colorati
su cieli vestiti di passione.
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