Vanno i pensieri lenti
testarde formichine:
alcuni raminghi
frugano sogni
da stipare per il gelo,
altri in fila perfetta
come pastori
dietro una cometa.
Vanno,
alcuni ubbidienti
saggi di pane,
altri folleggianti
anarchici di luna.
E vanno veloci
macigni d’ovatta,
corazzati ma nudi.
Operai senza mani
trascinano parole
graffiate di tufo,
in grotteschi cantieri
di perdute Regine.
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