5.4.22

La viaggiatrice

 

C’è un tintinnio di tazze
nell’aria pigra del mattino
un arrendersi di giochi
di flanella e pelle.

La mia donna è nel caffè
centellinato guardandole i fianchi
e la smorfia sul finale di Bronte.

Poi un divincolarsi di risa
un dare gas all’avvio
di una giornata qualunque
di un tempo qualunque
e le mani che si stringono
a distanza senza fatica.

La mia donna
ha un talento
per non avere talenti
perché è l’eccellenza
nel mettere in ordine
piccole cose come i pensieri
inanellati di poesia,
verniciati di fluorescenze,
imbevuti di genialità.

La mia donna
vede la polvere
sul mio lobo temporale
e la spazza via solerte:
adora la lucentezza
del mio sorriso pulito.

Ella viaggia tanto
sorpassa sistemi stellari
aggancia code di comete
e non consuma batterie
è vicina pochi anni luce:

ma io la tocco ogni notte
dorme sotto il mio cuscino.

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