15 gennaio 2013

Ripetitori


Incredibile!. Non credevo a quello che stavo leggendo quando ho appreso della possibile edificazione di altri TRE ripetitori sul nostro già tormentato territorio. Orrore. Immagino questi nuovi ammassi di ferraglia minacciare la Chiesa e la scuola di Antonelli, o tumefare il bosco di Carluccio o la macchia di Tortorella. Monopoli, grazie al suo splendido connubio tra mare e colline, è stata vittima predestinata in passato di queste indecenti aggressioni. A nulla sono valse le sollevazioni popolari, le denunce, le interpellanze. Tutto inutile, tutto da archiviare. Ma attenzione il ragionamento non vale solo per Monopoli (per il proprio cortile come dicono gli anglosassoni...). Stesso discorso dovrebbe farsi per Polignano, Fasano o il paese di Vattelapesca. Dobbiamo smetterla di considerare la legittima aspirazione dei cittadini a non farsi prendere per i fondelli, come un fatto esclusivamente locale. I grandi temi ecologici vanno sollevati e dibattuti in modo globale. Perché si formi una catena solidale che scuota dal profondo questo nostro paese da decenni ormai in mano ad una classe politica prona e corrotta. Voglio dire, per esempio, che la pur auspicabile soluzione prospettata tempo fa di spostare tutti i ripetitori (di tutti i tipi) sul monte S. Nicola, è una soluzione minimalista, che risolve il problema fino e non oltre alla zona di caduta del segnale più forte che sia stato scatenato sul territorio. Invece, a mio modo di vedere, va rivisto dalle fondamenta l’approccio generale di tipo culturale all’argomento. Si deve capire che la terra, come l’acqua e come l’aria non sono dimensioni infinite, ma interagiscono e si compenetrano in un ecosistema che madre Natura ci ha donato con specifici confini e limiti. In sostanza la domanda che ci dobbiamo porre è: perché la concorrenza tra operatori telefonici o tra network televisivi o quant’altro si deve giocare sul terreno del “chi ha il segnale più forte e chiaro, che arriva più lontano, vince”? La concorrenza deve spostarsi sul terreno della qualità, cioè il segnale deve essere uguale per tutti, concentrando i ripetitori in siti disabitati senza devastare l'equilibrio florovivaistico e consentendo su un unico manufatto l’accesso e la disponibilità a chi ne ha i titoli. Non facciamo emergere questioni "tecniche" difficili da risolvere! Cominciamo ad investire nella salute degli utenti e non solo sull'audience pubblicitario! Ora il "campo" c'è ed è nella presa di coscienza dei cittadini! Inoltre le amministrazioni locali devono ottenere maggiori poteri di controllo e coordinamento ed essere autorizzate a esigere dei canoni di servizio per lo sfruttamento del territorio messo a disposizione. La concorrenza così sarà incentrata sui servizi offerti, sulle tariffe, sulla trasparenza dei costi, e non sulla potenza del segnale.
Leggo anche che l'assessore Rotondo, sfiduciato dalla sostanziale impotenza del Comune ad ostacolare queste installazioni, si tira indietro, «perché non butto dalla finestra i soldi dei cittadini». Grande. I soldi dei cittadini infatti vanno buttati in tutt'altre faccende quali gestioni demenziali della raccolta rifiuti e differenziata, svendite del patrimonio comunale, ripavimentazioni infinite dell'anello del Borgo ecc. ecc. Non chiediamo di incaricare Longo e Ghedini con le loro parcelle milionarie a nostra tutela, ma di far valere i nostri diritti in ogni luogo e circostanza utile e non solo in Tribunale.
Questa è una tra le tante battaglie di civiltà a cui sarà chiamata la prossima classe politica nazionale e locale. Speriamo la accolga con forza propulsiva e gioiosa determinazione.

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