Sai che mi succede?
Non come fanno altri che si siedono sotto un albero, guardano la luna e poi pensano: “Ora le scrivo qualcosa di bello.”
No no, per niente.
A me accade che trovo una tavola apparecchiata di parole, musica e tanto profumo di te. E non parlo di Chanel, io dico il tuo sudore, il tuo stupendo odore di donna scalza e spettinata dopo una notte d’amore e barzellette sconce. Non devo fare nessuno sforzo, tipo mettere una parola di qua ed una di là, inventare verbi o piazzare metafore e ossimori. Le parole prendono un disordine preciso seguendo le nostre follie, girano in tondo al tuo corpo, si bevono tutto il vino, si sparpagliano come sale, si mescolano e vibrano. Oh, quanto vibrano. Mi portano via lontano, in alto, ma sempre con la tua mano nella mia mano. E non so mai dove arriveremo, amore mio. Ma qualunque posto sia, anche l’inferno, troveremo lì pronte le nostre poesie, ad aspettarci, a prenderci in giro, a disegnare sogni, a danzare su fogli imbrattati di stelle.
L’amore, come dei cassetti di sogni condivisi.
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